Dietro le quinte... che non lo sono
[Onde #190] La vera sfida non è mostrarsi trasparenti a tutti i costi, ma trovare modi autentici per condividere ciò che conta davvero.
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C'è qualcosa che non funziona più nelle cosiddette campagne "behind the scenes". Lo vedo ogni giorno scorrendo LinkedIn e Instagram, dove il dietro le quinte è diventato addirittura più artefatto della comunicazione tradizionale. L’hai notato anche tu?
La trasparenza è scivolata nel teatro dell'ovvio. Video in ufficio / stabilimento con le stesse angolazioni studiate. Interviste ai dipendenti con il solito entusiasmo costruito. Stories "spontanee" che seguono copioni identici tra brand diversi. Quello che doveva essere uno squarcio di verità si è trasformato nell'ennesima formula preconfezionata.
Mi sono chiesto perché questa strategia stia perdendo la sua efficacia. La risposta che mi sono dato è nel paradosso stesso: più le aziende cercano di apparire trasparenti seguendo questi schemi prevedibili, più risultano artefatte. È come quando qualcuno continua a ripetere "fidati di me" - l'effetto che ottiene è esattamente l'opposto. Non sei d’accordo?
Con tutti i contenuti che mi capitano davanti agli occhi ogni giorno, mi sembra di aver individuato un pattern interessante: le aziende che attualmente risultano più autentiche sono quelle che hanno abbandonato l'ossessione per il "mostrar tutto" a favore di una trasparenza più selettiva e significativa. Che non significa nascondere qualcosa o avere chissà che scheletri nell’armadio. Semplicemente non serve far vedere l'intero processo produttivo se poi è identico a quello mostrato da altri cento brand. Meglio concentrarsi su un singolo aspetto distintivo e raccontarlo in profondità.
Invece dei soliti tour degli stabilimenti, si possono condividere dubbi e problematiche che si affrontano quotidianamente. O ancora, invece di mostrare il solito "dall'idea al prodotto", documentare in dettaglio l'evoluzione di un singolo elemento distintivo. Che so, sei una cantina? Non farmi vedere come si fa la vendemmia se lo fanno tutti, raccontami piuttosto come si crea l’etichetta di una bottiglia di vino.
Occhio però, non sto suggerendo di abbandonare la trasparenza. Anzi! Sto solo dicendo che è il momento di evolverla. Da una prima fase in cui era davvero spontanea ed efficace siamo arrivati a una trasparenza di facciata: ora proviamo a tornare a una trasparenza di sostanza. Proviamo a smettere di seguire formule preconfezionate e iniziamo a chiederci: cosa posso raccontare che sia davvero significativo per il mio pubblico? E che rappresenti davvero me, quindi non adattabile con un copia e incolla a tutti i miei competitor?
La vera sfida della comunicazione attuale non è mostrarsi trasparenti a tutti i costi, ma trovare modi autentici per condividere ciò che conta davvero. A volte questo significa mostrare meno, ma in modo più significativo.
Che ne pensi? È difficile mantenersi autentici senza cadere negli stereotipi? O forse, a volte, subentra un po’ di pigrizia-comodità?
🌊 L’onda giusta
TikTok ha condiviso un report che analizza le opportunità del cosiddetto "Q5", il periodo immediatamente successivo alle festività principali. Si tratta di una fase spesso trascurata dalle campagne di marketing tradizionali, ma in realtà ricca di potenziale perché il pubblico si dimostra ancora molto attivo sulla piattaforma.
In sintesi, i punti salienti del documento sono questi:
Attività post-festiva: nonostante la percezione comune di un calo dell'attività dopo le festività, le comunità su TikTok rimangono vivaci e impegnate, rendendo Q5 un momento ideale per le campagne.
Opportunità per i brand: le aziende possono sfruttare questo periodo per raggiungere nuovi segmenti di pubblico e rafforzare la loro presenza, approfittando di una concorrenza pubblicitaria meno intensa.
Strategie consigliate: TikTok suggerisce di creare contenuti autentici e coinvolgenti, sfruttando le tendenze emergenti e collaborando con creator per massimizzare l'impatto delle campagne durante il Q5.
Il report ci insegna quindi che quello che può apparire come un periodo di pausa, in realtà può essere un'opportunità strategica per i brand. Un’ulteriore possibilità per connettersi con un pubblico attivo e ricettivo, ottimizzando le iniziative di marketing.
Sarà così anche con le altre piattaforme? Non te lo posso dire con certezza, ma come ripeto spesso: sperimenta, prova a esplorare nuovi territori. Possibile che molte volte non otterrai i risultati sperati, ma è anche l’unico modo per riuscire a smarcarsi dalla concorrenza.
🤖 IA & Io
Un prompt per creare una strategia di content marketing. O quanto meno per cominciare ad avere un piano su cui lavorare! Va bene l’aiuto della macchina, ma poi il grosso dobbiamo mettercelo noi ;)
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Includi: 1) 3 buyer personas dettagliate, 2) 5 temi principali da coprire, 3) una proposta di mix di contenuti (blog, video, podcast, ecc.) con percentuali, 4) un calendario editoriale settimanale, 5) 3 KPI per misurare il successo.
Assicurati che la strategia si allinei con l'obiettivo di [inserisci il tuo obiettivo specifico].
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💡I link della settimana
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📱 Social - 5 Strumenti AI utili per il Social Media Manager. Un po’ di aiuto per una professione davvero stressante. Ma, per fortuna, serve sempre aggiungere poi il tocco umano, altrimenti si rischiano danni clamorosi.
🛠️ Il tool - Rival IQ. L’analisi dei dati rimane una fase fondamentale del processo di creazione dei contenuti. Questo strumento ti permette di paragonare le metriche social tue e dei tuoi competitor e di scoprire anche gli hashtag di tendenza.
✍🏻 Scrivere - Come scrivere un articolo per giornali e riviste. Mantieni la semplicità, non dare nulla per scontato, rimani concetrat* sull’essenziale, racconta la tua storia.
📚 Leggere - Pensa meno, pensa meglio. Non è un manuale, ma questo libro di Jon Acuff può aiutarti - attraverso l’esperienza dell’autore - a indirizzare i tuoi pensieri verso lidi migliori, più utili alla creatività e al benessere personale.
🎧 Ascoltare - Modì: inseguire un’ombra. La vita di Amedeo Modigliani raccontata da Jacopo Veneziani e con gli inserti di Luca Ward a interpretare l’artista. Affascinante quasi quanto le opere di Modigliani.
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