Hai guardato troppo da vicino
[Onde #214] Perché spesso sei più brav* di quanto pensi, meno lucid* di quanto credi.
Una newsletter con consigli, link, news per una comunicazione migliore: a lavoro e nella vita di tutti i giorni. Ogni settimana.
Ci sono giorni in cui finisco un lavoro e la prima cosa che penso è: poteva venire meglio. Non male, eh. Ma nemmeno bene. Così così. Con un fastidio sottile che mi accompagna per ore, a volte giorni.
Non è una voce che urla, è più un sussurro costante: non hai fatto abbastanza. Ti suona famigliare questa situazione?
È quel feedback silenzioso che ci diamo sempre da soli, ma di cui spesso sopravvalutiamo il valore. Perché è filtrato da stanchezza, aspettative, paragoni, dalla sindrome dell’impostore che periodicamente torna a bussare.
Nonostante tutto ciò, quel giudizio lì lo ascoltiamo. Eccome se lo ascoltiamo.
Ma il fatto sorprendente è che poi, quando quel lavoro lo condividi, succede quasi sempre un’altra cosa. Arrivano parole gentili, sincere. Qualcuno lo trova utile, qualcuno lo trova bello, qualcuno ci si riconosce. E lì ti accorgi che la tua valutazione era completamente fuori scala.
Mentre tu vedevi solo le righe storte, gli altri vedevano il senso, l’intenzione, l’energia che ci hai messo. E magari, anche la bellezza.
Forse allora dovremmo iniziare a fidarci un po’ meno del nostro primo giudizio. Non per presunzione, non per diffidenza o chissà cos’altro ma semplicemente per equilibrio.
Perché spesso siamo giudici troppo severi del nostro lavoro, e finiamo per togliere luce proprio a ciò che invece merita di essere visto.
Lasciarsi andare non vuol dire fregarsene. Vuol dire fare spazio a qualcosa che non puoi valutare subito. Vuol dire accettare che il valore di ciò che crei non lo decidi solo tu (per fortuna!).
A volte, serve lo sguardo degli altri per restituire giusta misura a ciò che hai fatto. Non per dipendere dal consenso, ma per scoprire che – magari – sei già più avanti di quanto credi.
E che non tutto quello che non ti convince… è sbagliato. Anzi. Spesso è proprio lì che inizia a succedere qualcosa.
🧠 Flussi mentali
[Note “atomiche”: un’idea per volta]
Ti è mai capitato di riaprire una nota che avevi scritto tempo fa e non capire più di cosa stesse parlando? Oppure di impiegare troppo per venirne a capo? Magari c'erano tre argomenti diversi mescolati insieme, collegamenti confusi, pensieri che si intrecciavano senza una logica chiara. È frustrante, vero?
Per questo arriva in nostro aiuto un principio derivato dal metodo Zettelkasten, reso famoso dal sociologo Niklas Luhmann: l'idea della nota atomica. Il concetto, ripreso da diversi autori, è semplice:
Ogni nota dovrebbe contenere una sola idea, completa e comprensibile da sola.
Come un atomo in fisica, non puoi dividerla ulteriormente senza perdere il significato.
Questo approccio va contro l'istinto naturale di accumulare più pensieri nella stessa nota. Ma proprio questa separazione rende le idee più potenti: una nota atomica può essere collegata a contesti diversi, riutilizzata in più progetti, compresa anche a distanza di tempo.
Pensa alla differenza tra una nota che dice "Idee per il progetto X: budget, timeline, team, comunicazione" e quattro note separate: "Budget limitato richiede creatività", "Timeline stretta favorisce decisioni rapide", "Team piccolo aumenta agilità", "Comunicazione frequente riduce malintesi". Le seconde possono vivere di vita propria, collegarsi ad altri progetti, essere ritrovate quando serve proprio quell'idea specifica.
Il metodo pratico
Una nota = un'idea. Se ti accorgi di scrivere "e inoltre..." fermati e crea una nuova nota
Ogni nota deve essere comprensibile senza contesto aggiuntivo
Usa titoli descrittivi che catturino l'essenza dell'idea
Scrivi come se dovessi spiegare il concetto a qualcuno che non sa nulla dell'argomento
Non si tratta di frammentare ossessivamente ogni pensiero. Si tratta di rispettare la singolarità di ogni idea, dandole lo spazio per respirare e crescere.
Esperimento della settimana
Prendi una nota complessa che contiene più argomenti.
Dividila in note atomiche separate.
Poi prova a collegare queste nuove note ad altri pensieri nel tuo sistema.
Nota come la separazione crea nuove possibilità di connessione.
È anche un bell’allenamento di consapevolezza, perché ci dimostra che le grandi idee nascono spesso dall'incontro di piccoli pensieri ben definiti.
🗂️ PS: Se stai lottando con l'organizzazione delle tue note digitali e vuoi un sistema che respiri con te invece di soffocarti, ho creato uno spazio di consulenza dove esploriamo insieme approcci semplici ma efficaci: puoi prenotare qui.
💡I link della settimana
💻 Lavorare - L’algoritmo sei tu: come usare l’automazione per coltivare relazioni umane. Se senti “automazione” e ti viene in mente qualcosa di freddo e complicato… in parte potresti sbagliarti. Qui ti spiego come può darti una mano concreta, anche se non fai il/la marketer di mestiere.
📱 Social - Come anticipare i trend su Instagram. Che ci piaccia o no, i trend non si rincorrono, si leggono in anticipo. Questo articolo ti dà qualche dritta su come riconoscere i segnali giusti prima che diventino “di moda”, per giocare d’anticipo senza improvvisare.
🛠️ Il tool - rapidmail. Se mandare una newsletter spesso ti sembra un incubo di design, link rotti e report incomprensibili… ecco uno strumento che ti aiuta con pochi click, interfaccia chiara, e via. Non farà magie, ma ti fa risparmiare tempo e ti dà più controllo sulle tue email. E a volte è tutto ciò che serve.
✍🏻 Scrivere - Come si scrive un articolo di costume. Un grande classico del giornalismo, ma non si tratta solo di raccontare una tendenza: è osservare, interpretare, dare contesto. Questo pezzo spiega bene come si fa ed è utile se vuoi raccontare il presente in modo più profondo e meno superficiale.
📚 Leggere - Dalla penna al prompt: Il copywriting oggi, tra creatività e tecnologia. Un ottimo libro per chi scrive per lavoro (ma anche per passione): Diego Fontana non ci fa la morale sull’AI, ma ci accompagna nel capire come usarla. Dalla creatività alla strategia, un mix di pensiero critico e pratica: ti lascia un bel po’ di cose su cui ragionare.
🎧 Ascoltare - Sblocco il blocco. Lo dice già il titolo: se ogni tanto ti blocchi (nella scrittura, nel pensiero, nel creare), questo podcast di
è un piccolo spazio di respiro. Toni leggeri, spunti sinceri, niente guru. Solo riflessioni che fanno bene, come quando parli con un amic* che ti capisce al volo.🌊 Mare - È uscita la nuova puntata di
: ti racconto del genio che abita tra scogli e abissi.
👥 Facciamo ordine nella corrente
Hai un’idea o un progetto da sviluppare, ma non sai da dove iniziare?
Hai perso la rotta e i tuoi flussi hanno bisogno di una aggiustatina?
Ti aiuto io.
Grazie Simone, che bel regalo questa piccola recensione :)
Parole sante!!