Il punto di contatto
[Onde #189] E quella spinta sempre più forte per fare qualcosa di importante per cambiare davvero la società
Amo il momento in cui ti accorgi che idee nate in contesti lontanissimi sembrano parlarsi, quasi fossero collegate da un filo invisibile. E mi piace ancor di più quando me ne accorgo nei modi più impensabili.
Recentemente, un film e un documentario mi hanno fatto incontrare due concetti che arrivano da culture diverse, ma che si riconoscono. E di cui secondo me abbiamo particolarmente bisogno, in questo periodo difficile per tutto ciò che di drammatico accade intorno a noi e che nel piccolo ci assorda con il rumore di contenuti inutili e pieni di ego.
Sto parlando di "philotimo" e "grande ambizione". Due alleati in uno per la comunicazione (e non solo), verso noi stessi e verso chi ci sta intorno.
Guardando Giannis - Il viaggio meraviglioso, bellissimo documentario che racconta la storia di Antetokounmpo, campione NBA con un passato difficile ai margini della società greca (te lo consiglio davvero, anche se non ti piace il basket, fidati!), ho scoperto il philotimo. Uno dei valori più radicati nella cultura ellenica.
È il senso del dovere verso gli altri, l’onore di fare la cosa giusta anche quando nessuno guarda, per un rispetto profondo verso la comunità e verso sé stessi. Non riguarda tanto la “grandezza” personale, quanto il saper agire per gli altri con dignità e altruismo.
Della grande ambizione, teorizzata da Gramsci, ho risentito invece parlare in queste settimane per l’uscita del film dedicato a Berlinguer. Non l’ho ancora visto eh, quindi non posso dirti se merita o meno. Ma mi interessava il concetto di “grande ambizione”.
Cosa significa? Non è semplicemente fare carriera o affermarsi: è la spinta a fare qualcosa di importante per cambiare davvero la società. È quell'aspirazione che va oltre le piccole ambizioni personali, come il successo o l’avanzamento individuale, e punta al bene della collettività. A una società più giusta.
Il punto in comune?
La volontà di superare l’individualismo per abbracciare il bene collettivo.
Coltivare rispetto e responsabilità per regalarci una vita vissuta per qualcosa di più grande del “sé”.
In un mondo e in un’epoca storica che ci spingono sempre a pensare solo al nostro "io" (cosa che poi spesso ci rende frustrati e distrutti), riscoprire questi concetti potrebbe riportarci un po’ di senso di comunità (cosa che invece regala soddisfazione e fa stare bene).
Alla fine, che si tratti di rispetto per chi ci sta intorno o di ideali politici, c'è sempre un punto di contatto tra chi vive per qualcosa di più. E forse, oggi più che mai, abbiamo bisogno di tornare a pensarla così. E a comunicare guidati da questi concetti.
PS: Di Giannis Antetokounmpo ti avevo già parlato in una newsletter di parecchio tempo fa, quando si era espresso così sul concetto di fallimento.
🌊 L’onda giusta
Eccoci con la terza parte dell’intervista che ho fatto a Federica Trezza, consulente di comunicazione: content marketer, SEO copywriter e ghostwriter. Questa settimana parliamo di scrittura di contenuti su LinkedIn.
Scrivi molto su LinkedIn, piattaforma che negli ultimi anni è cresciuta tanto. E si notano infatti sempre più post di professionisti che si raccontano. Quali sono secondo te gli errori più diffusi che trovi ancora su LinkedIn? E che suggerimento ci dai per avviare una strategia su questa piattaforma?
Sì, LinkedIn è la piattaforma che prediligo per il personal branding e la creazione di relazioni con professioniste e professionisti. È un ambiente denso di contenuti interessanti e utili: se curiamo la scelta dei collegamenti e coltiviamo un network di valore, otteniamo risultati soddisfacenti.
La domanda è complessa. Ci sono alcuni aspetti che possiamo definire errori, altri invece sono scelte. Ognuno di noi ha la possibilità di comunicare e comunicarsi in modo autentico e originale: c’è chi preferisce un approccio caratterizzato da rispetto, etica e gentilezza, e chi è guidato dall’aggressività.
Gli errori più diffusi riguardano due aspetti della comunicazione:
la scrittura in sé, come strumento narrativo;
la definizione del progetto di content marketing e la sua strategia.
Il primo punto comprende gli errori di lessico, linguaggio, sintassi, grammatica, espressività, modalità di scrittura. Oltre ai refusi, noto spesso inciampi nella scelta del vocabolario e del tono di voce, nello stile e nell’approccio.
Il secondo punto riguarda gli aspetti strategici della comunicazione: la mancanza di un progetto, un piano, un percorso da seguire. La scarsa consapevolezza sull’identità del brand, le competenze, il valore, le opportunità.
L’aspetto più difficoltoso da considerare, sul quale ristagnano molte persone, è la costanza nella pubblicazione: su LinkedIn non è sufficiente pubblicare un post ogni tanto per ottenere risultati concreti. Ciò che conta è la presenza. Presenza da manifestare attraverso post, articoli, sondaggi, ma anche interazioni, reazioni, commenti, condivisioni, richieste di collegamento.
Condivido con il tuo pubblico di lettrici e lettori tre suggerimenti, sempre sintetici, per avviare un progetto di content marketing su LinkedIn.
1. Analizzare il proprio brand e definirne l’identità.
Prima di iniziare a scrivere contenuti, è necessario capire chi siamo, come persone e professioniste, professionisti. Affidiamoci a qualcuno che possa supportarci nell’analisi del brand e ci aiuti a identificare la personalità, lo stile, il tono di voce, l’archetipo, gli strumenti per comunicare, il pubblico.
2. Vivere l’ambiente digitale in modo proattivo.
Impariamo a frequentare LinkedIn nella quotidianità, leggiamo i contenuti di nostro interesse e contaminiamo la conoscenza, usiamo lo strumento per apprendere e crescere. Condividiamo, commentiamo, visitiamo profili, mandiamo messaggi.
3. Imparare a scrivere bene.
La scrittura professionale consapevole è il focus della comunicazione. Per ottenere risultati attraverso i contenuti dobbiamo - uso il verbo dovere, anche se forte -, scrivere con chiarezza, trasparenza, onestà. Creiamo contenuti di valore, leggibili e comprensibili.
Partiamo da qui e costruiamo una comunicazione basata su congruenza, costanza, rispetto.
💡I link della settimana
💻 Lavorare - Come trovare idee per contenuti online che si posizionano su Google. Non devi inventare nulla di assurdo, molto spesso basta usare gli strumenti giusti.
📱 Social - Il modello AIDA per i tuoi Copy sui social. Attenzione, Interesse, Desiderio, Azione: il percorso per coinvolgere il pubblico con i tuoi testi.
🛠️ Il tool - HeyGen. Tra gli strumenti di creazione video con l’intelligenza artificiale questo è uno dei migliori. C’è anche il piano free per prenderci la mano.
✍🏻 Scrivere - 12 consigli che renderanno migliore la tua scrittura. Uno dei miei preferiti: non usare una parola lunga se ne basta una corta.
📚 Leggere - Slow productivity. L’arte dimenticata di essere efficaci evitando il burnout. Ho letto quasi tutti i libri di Cal Newport e anche questo merita: noi che lavoriamo nella comunicazione non possiamo andare in burnout credendo di dover essere reperibili 24 ore su 24.
🎧 Ascoltare - Storie dalla grande Brera. Con questo podcast sto passeggiando nella storia e nelle meraviglie della Pinacoteca di Brera. Bellissimo!
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