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Ammettiamolo, quante volte abbiamo cominciato a formulare una risposta mentre la persona di fronte a noi stava ancora parlando? È un problema diffuso. E direi anche infido, perché come ci dà fastidio quando ne siamo vittime, allo stesso modo spesso non ci accorgiamo quando siamo noi farlo. Volontario o meno, è un atteggiamento accresciuto dall'epoca che stiamo vivendo, in cui domina la velocità dell'informazione e l'incessante bisogno di esprimersi.
Se ripensi alle volte in cui ti è successo, ti renderai conto che è un comportamento che mina la qualità dell'ascolto, crea fraintendimenti e quindi una comunicazione decisamente inefficace. Oltre a innervosire un sacco!
Siamo di fronte alla classica differenza tra ascolto passivo e attivo. Una differenza che, in teoria, conosciamo tutti. Ma che per quanto possiamo esserne consapevoli richiede lavoro costante.
Tasto “on” sempre acceso
La comunicazione chiede di essere attivi sempre. Sia quando siamo noi a esprimerci, sia quando tocca agli altri. Se abbiamo un atteggiamento passivo siamo superficiali e non capiamo del tutto il messaggio. Mentre per essere attivi non dobbiamo solo ascoltare le parole, ma anche interpretare il linguaggio non verbale, comprendere i sottintesi e - soprattutto - mostrare empatia.
Imparare ad ascoltare attivamente porta solo (grandi) vantaggi! A cominciare dal fatto che immergerci completamente nelle parole degli altri significa mettere in pausa i nostri pensieri e pregiudizi. E poi è una dote preziosa sia nella vita personale, perché favorisce la costruzione di relazioni più solide e rafforza la fiducia reciproca, sia nel mondo del lavoro. Nel marketing, per esempio, ascoltare attivamente i clienti può rivelare intuizioni importanti per la strategia di brand. Nelle riunioni aziendali, favorisce un ambiente collaborativo e quindi aumenta la produttività. Nella gestione dei team, aiuta i leader a comprendere meglio le esigenze dei loro collaboratori, promuovendo un clima di rispetto e inclusività.
Tutte cose di cui c’è molto bisogno in questo periodo…
Allenamento di ascolto
Ma si può allenare l’ascolto? Si può, si può. E il primo consiglio “stupido” che mi sento di darti è semplicemente di farci caso. È difficile ottenere un cambiamento radicale dall’oggi al domani, ma cominciare a notare quando sbagliamo è il primo grande passo. La consapevolezza prima di tutto.
Poi, gli esperti - quelli più bravi di me - consigliano di sviluppare alcuni comportamenti per migliorare le nostre capacità d’ascolto.
Sii empatic*, usa parole che dimostrino che hai compreso i sentimenti dell'interlocutore. Anche se non rispecchiano il tuo punto di vista.
Riassumi ciò che è stato detto per assicurarti di aver compreso correttamente.
Fai tante domande! Perché incoraggiano chi abbiamo di fronte a esprimere meglio il proprio pensiero.
Prenditi cura del linguaggio non verbale: usa segnali corporei, come il contatto visivo, per dimostrare attenzione e interesse.
Evita le interruzioni: non interrompere chi sta parlando.
L'ascolto attivo non è solo una skill da perfezionare.
È un atteggiamento da coltivare.
In un mondo che premia chi parla forte e chi parla per primo, prendersi il tempo per ascoltare può sembrare contro intuitivo, ma è solo così che possiamo costruire comprensione e collaborazione, indispensabili tanto nella sfera professionale quanto in quella personale.
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Lunedì 4 dicembre
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💡 I link della settimana
💻 Lavorare - Guardiamo sempre in prospettiva: le tendenze SEO per il 2024. Si va dalle risposte generate dall’intelligenza artificiale ai contenuti incentrati sulle persone, passando per l’autorevolezza di brand e autori.
📱 Social - Influencer Marketing e tech nel 2023. Un analisi utile del settore con numeri e trend interessanti sui creator che ogni giorno ci aiutano a orientarci nella scelta di prodotti e servizi tecnologici.
🛠️ Il tool - Bio Link. Bisogno di una landing page con tutti i tuoi link per fare un portfolio o semplicemente per aggiungerla sui tuoi profili social? Questo strumento è un’ottima alternativa al più celebre Linktree ed è gratuito.
📚 Leggere - Brand storiverso. Universi narrativi per marchi che sono persone e persone che diventano brand. Penso che Andrea Fontana sia il maestro dello storytelling in Italia e il suo ultimo libro merita di esser letto perché ci aiuta a raccontarci meglio (come brand o come persone) alla luce dei cambiamenti che sta vivendo il mondo della comunicazione.
✍🏻 Scrivere - Non scrivere ciò che piace ai lettori. Concordo con l’autore di questo articolo, da sempre sostengo che il miglior consiglio di scrittura è “scrivi ciò che ti piacerebbe leggere”. È utile per sbloccarsi e non ti intrappola nella gabbia del mercato.
🎧 Ascoltare - L’ultimo cristallo. Andiamo in altura con lo scrittore Enrico Brizzi, che ci porta in cima alla Marmolada. Un bel reportage audio che racconta il fascino di questi luoghi ma anche l’impatto devastante che la crisi climatica sta avendo sulle nostre montagne.
🌊
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L'ascolto attivo è spiegato molto bene da Thomas Gordon nel libro "Genitori efficaci", lettura che consiglio anche a chi non ha figli, ma è figlio. Quindi, un pò a tutti. Alla fine, tutto si riconduce alla capacità di essere presenti in ogni momento. In questo, il miglior allenamento è la pratica costante della meditazione.