La mela bella, la mela buona
[Onde #205] La profondità non è un'opzione: è il risultato di tempo, cura e condizioni giuste.
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Hai presente la sensazione che provi (anzi, visti i tempi, meglio dire “provavi”) addentando una mela buona? Ma buona davvero?! Quel momento in cui dolcezza, consistenza e profumo si fondono e ti fanno dire: "ecco, questa sì che è buona". Non è magia, è semplicemente il risultato di tempo, cura e condizioni giuste.
Mi chiedo spesso se i contenuti che creiamo oggi abbiano ancora quel "sapore" o se stiamo producendo l'equivalente digitale di frutta maturata artificialmente, dall'aspetto perfetto ma dal gusto deludente.
Non mi riferisco all’utilizzo dell’ai, ma voglio riflettere sul processo. C'è qualcosa di anomalo nel modo in cui pensiamo alla creazione oggi. Siamo così concentrati sul momento finale – il pubblicare – che in molti casi tralasciamo ciò che rende un contenuto davvero di valore: la proporzione invisibile tra tempo di ricerca e tempo di produzione.
Non c’è una formula magica eh, eppure la stiamo ignorando sempre di più, incalzati dall'urgenza di essere presenti, di non perdere il momento, di cavalcare l'onda dell'algoritmo. Di premere quel benedetto tasto “pubblica”.
E me ne rendo conto giorno dopo giorno perché anche uno paziente come me si sta stufando. Mi ritrovo quotidianamente a consumare contenuti che, pur essendo tecnicamente impeccabili, sembrano maledettamente insapori. La grafica perfetta, il set curato, le parole ben allineate, ma qualcosa manca. A mio avviso quel qualcosa è il peso della ricerca, dell'esplorazione, dello studio che dovrebbe precedere ogni atto creativo. Il tempo della maturazione.
Il giornalista - che per sua natura dovrebbe passare settimane a studiare e approfondire i temi di cui scrive - si trova ora a pubblicare ogni giorno. Il creator su YouTube che prima usciva con un video ogni due settimane adesso deve postare shorts a raffica.
Lo dice bene
in una delle sue ultime newsletter: la quantità ha ucciso la qualità. Ma anche a omicidio avvenuto possiamo scegliere di non arrenderci!Non è una questione ideologica. È puramente pratica. I contenuti che continuano a stimolarci, quelli che rimangono con noi anche dopo aver chiuso l'app di turno, sono invariabilmente nati da una sproporzionata quantità di tempo trascorso nell'ombra. Ore di letture, riflessioni, connessioni inaspettate tra concetti diversi. Un lavoro invisibile che sostiene ciò che alla fine vediamo.
La formula vincente non è postare meno: è riequilibrare la bilancia del tempo dedicato a ricerca e produzione. Sembra controintuitivo in un mondo che ci spinge a farci vedere, farci vedere, farci vedere, ma paradossalmente è anche la strategia più efficiente nel lungo periodo.
Perché un singolo contenuto costruito su una solida base di studio, ricerca e creatività può generare più impatto di dieci assemblati frettolosamente. Anche se gli algoritmi vogliono farci credere il contrario. È come la differenza tra una conversazione che dimentichi istantaneamente e una che ti accompagna per giorni.
La prossima volta che ti siedi davanti a uno schermo bianco, prova a chiederti non "quanto tempo ho per pubblicare?", ma "ho dedicato abbastanza tempo all’approfondimento di questo argomento?" oppure “lo conosco a sufficienza per poterci mettere del mio?”. La differenza nei risultati non sarà sottile. Sarà evidente, tangibile. Sarà gustosa, come la mela di cui parlavo prima.
La vera ribellione all’algoritmo sta nel prendersi il lusso di comprendere prima di esprimersi. Di approfondire prima di sintetizzare. Di ascoltare prima di parlare.
La profondità non è un'opzione. È l'unica cosa che, alla fine, ci distingue davvero.
✍🏻 Corrente di parole
[Il dialogo che funziona]
Ti capita mai di ascoltare una conversazione tra due sconosciuti al bar? Magari non intenzionalmente, ma solo perché quelle voci abitano lo stesso spazio del tuo cappuccino. Se ci fai caso, pur parlando di cose ordinarie, c’è sempre qualcosa di profondamente autentico in quegli scambi, che può tornarci utilissimo quando scriviamo. Un ritmo naturale di parole e silenzi, interruzioni e riprese, domande che nascono da risposte.
C'è una verità nelle conversazioni reali che spesso manca nei dialoghi che scriviamo. Troppo spesso i nostri personaggi parlano come se stessero recitando, pronunciando frasi perfettamente costruite e di cui magari andiamo anche molto orgogliosi. Frasi che non inciampano mai, che non si sovrappongono, che non lasciano nulla di incompiuto.
Ma è nei frammenti imperfetti che si nasconde l'anima di una conversazione. Nella domanda che rimane sospesa. Nella parola sbagliata che rivela più di quella giusta. Nel silenzio che dice tutto senza dire nulla.
Il trucco pratico
Ascolta le persone che parlano davvero. Non i dialoghi delle serie TV, ma le conversazioni al bar, sul treno, per strada.
Nota come raramente qualcuno risponde esattamente alla domanda posta. Come le persone si interrompono, cambiano direzione a metà frase, lasciano pensieri incompiuti che l'altro coglie al volo.
Considera questi due scambi:
"Ti va di uscire stasera?" chiese Maria.
"No, sono troppo stanco. Ieri ho lavorato fino a tardi", rispose Paolo.
Oppure:
"Ti va di—" iniziò Maria.
"Stasera? Non credo..." Paolo si passò una mano tra i capelli. "Ieri ho sgobbato fino alle due e domani attacco di nuovo alle sette".
Il secondo rivela molto di più sulla relazione, vero? Lei non deve nemmeno completare la domanda. Lui risponde a ciò che non è stato detto. C'è una storia condivisa che emerge senza essere esplicitata.
Esercizio della settimana
Scrivi un dialogo breve tra due persone che si conoscono bene. Non più di dieci battute. Ma divertiti così: nessuno può mai completare una frase, eppure, in qualche modo, devono comprendersi perfettamente.
Alla fine i dialoghi sono un po’ come le correnti marine: è ciò che si muove sotto la superficie che dà forma a ciò che vediamo.
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💡I link della settimana
💻 Lavorare - Accessibilità web: cosa cambia dal 28 Giugno 2025. Ecco un tema che sembra non riguardarci, ma che - giustamente - impatterà su siti e app dei nostri brand e delle aziende. Bisogna farsi trovare preparati!
📱 Social - Come essere carismatici sui social media: 10 consigli utili. Non è solo merito/colpa degli algoritmi. A volte si passa inosservati perché non riusciamo davvero a trasmettere la nostra personalità.
🛠️ Il tool - Signitic. Bisogna di una firma professionale per le tue email? Questo è un ottimo strumento per personalizzarla come più ti piace.
✍🏻 Scrivere - Lavorare con la scrittura: tutte le professioni per chi ama scrivere (nel 2025). Vivere di scrittura non è mai stato semplice, ahimè, ma le strade da percorrere possono essere tante. Perché tutti i contenuti intorno a noi sono frutto di scrittura.
📚 Leggere - Il vicolo cieco. Mollare o non mollare? Questo piccolo libro di Seth Godin può aiutarti a trovare finalmente la risposta. E in nessun caso è un fallimento!
🎧 Ascoltare - La grande famiglia. Una trasmissione radio di New York degli anni ‘50, un’azienda di pomodori e le storie delle tante famiglie italiane migrate negli States. Un podcast di memoria collettiva super interessante.
🌊 Mare - È uscita la nuova puntata di
! Questa settimana parlo di uno spettacolo nascosto in profondità: il corallo nero. Puoi leggerla e iscriverti qui.
C'è qualcuno che ti viene in mente leggendo la newsletter? Portalo tra queste Onde!
Davvero molto pieno e stimolante.
Grazie!