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Tre passi per non perdere mai un'idea
[Onde #131] Suggerimenti per chi cerca un metodo sicuro per tenere traccia di note e ispirazioni
Una newsletter con consigli, link, news per una comunicazione migliore: a lavoro e nella vita di tutti i giorni. Ogni settimana.
Perdere un’idea è una delle cose che più mi fanno imbestialire. Così come imparare qualcosa di nuovo e poco dopo dimenticarla. Diciamo che nel caos della vita quotidiana, è facile perdersi tra mille stimoli che ci attraversano la mente.
Per questo ho voluto scrivere una newsletter che potesse rispondere a chi mi ha chiesto suggerimenti su come tenere traccia di idee e ispirazioni. Posso già anticiparti che, anche se ti occupi di creatività, ci vuole metodo e organizzazione.
Quello che segue è il mio flusso. Spero possa esserti d’aiuto.
Salva, salva, salva e non rimandare
Il primo step è prendere l’abitudine di annotare qualunque cosa pensi possa esserti utile. Pensieri, idee, articoli, citazioni di libri… Annota tutto non appena ti viene in mente: non rimandare a dopo, non affidarti alla memoria.
Per salvare gli spunti devi trovare il metodo che meglio funziona per te. Non ne esiste uno giusto e uno sbagliato. Potresti preferire un taccuino cartaceo, un'app per prendere appunti sul tuo smartphone o un file sul computer.
Consiglio: scegli un metodo o un’app sola. Aiuta a non creare dispersione.
Io uso Evernote per salvare tutti i miei appunti, ma ci sono mille altri strumenti simili. Dall’app note del telefono a Keep di Google, fino alla cara vecchia carta.
Archivia con criterio
Salvare idee e note rischia però di essere totalmente inutile se poi non si archivia tutto con metodo. In un secondo momento diventa necessario infatti prendere un appuntamento fisso con te stess* per organizzare il tuo sapere, per dare ordine agli appunti presi velocemente. Una volta a settimana, ogni quindici giorni, una volta al mese… La frequenza sceglila tu, ma prenditi del tempo per archiviare il materiale in modo che sia sempre facilmente accessibile e consultabile.
Come? Rivedi ciò che hai salvato, rileggilo con calma per tenere le cose importanti ed eliminare il superfluo, quindi crea categorie, tag, cartelle, che ti aiutino a fare ordine. Ormai ci sono app super complete, quindi potresti fare tutto ciò già all’interno dello stesso strumento che hai scelto per prendere le note (tipo Evernote, appunto). In alternativa puoi utilizzare cloud come Google Drive o app di personal knowledge management system come Notion e Obsidian.
Io, ad esempio, in questa fase archivio tutto su Obsidian che sta diventando a tutti gli effetti il mio secondo cervello, per le possibilità di organizzazione e correlazione che offre. Come puoi vedere da questa immagine con il grafico delle mie note e dei loro collegamenti.
Metti in correlazione nel tuo secondo cervello
Ecco, appunto, la correlazione. Questo è lo step decisivo per assimilare definitivamente i concetti che hai salvato e che ti interessano. Dopo aver fatto ordine tra le tue note cerca di identificare collegamenti e relazioni tra loro. Potresti notare che alcune ispirazioni riguardano un tema specifico o che alcune idee potrebbero essere combinate in una unica. Questa fase ti aiuterà a vedere i tuoi appunti sotto una nuova luce e ti darà modo di svilupparli ulteriormente.
Anche questa è un’attività da svolgere regolarmente. Per esperienza personale ti consiglio di farlo sempre durante l’appuntamento fisso di cui parlavo prima. All’inizio archivi e categorizzi, poi rifletti sui collegamenti tra note e pensieri. Questo ti permetterà di mantenere una visione chiara dei tuoi progetti, facilitando la loro realizzazione.
Quindi, ricapitolando, il processo per tenere traccia di idee e ispirazioni segue queste tre fasi:
prendere sempre appunti;
rileggere, categorizzare e archiviare;
trovare le correlazioni.
Ed è un processo indispensabile per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Perché, a meno che tu non abbia una mente con doti fuori dal normale, ogni nota presa e non rielaborata è un’occasione persa.
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🌊 L’onda giusta
Per ottenere il meglio dall’intelligenza artificiale è fondamentale utilizzare buoni prompt, perché i comandi che diamo influenzano direttamente la qualità e la pertinenza delle risposte generate dall'IA.
Un buon prompt fornisce informazioni specifiche, permettendo all’intelligenza artificiale di comprendere meglio il nostro intento e quindi di dare risposte più precise ed efficaci. Inoltre, comandi ben formulati riducono il rischio di ottenere risposte ambigue o fuorvianti.
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💡 I link della settimana
💻 Lavorare - Il logo è un particolare che molti trascurano all’inizio di un progetto di comunicazione, ma in realtà è determinante. Va fatto bene fin da subito! E allora impariamo dai migliori con questo articolo che analizza alcuni dei loghi più celebri e racconta il loro duplice scopo: essere visivamente accattivanti e trasmettere un messaggio e un simbolismo che rafforza l'identità del marchio.
📱 Social - La reach organica su Instagram è ai minimi storici. Ricette miracolose per risollevarla non ci sono, ma non vuol dire che non si possa fare comunque qualcosa: ecco qualche dritta per la tua strategia organica.
🛠️ Il tool - AILab Tools. L’intelligenza artificiale al servizio delle tue foto. Un’app che ti permette di editare al meglio le tue immagini con l’aiuto dell’AI. Diverse le funzioni: rimozione dello sfondo, editing dei volti, filtri artistici e molto altro.
✍🏻 Scrivere - Ecco una serie di esercizi di scrittura creativa per sviluppare il tuo stile personale e che possono aiutarti anche a superare un blocco creativo. Il mio preferito: sperimentare diversi generi letterari.
🎧 Ascoltare - Pensa come Sherlock. Negli ultimi giorni mi sono immerso con piacere in questo podcast di Massimo Polidoro che, partendo dall’esempio di Sherlock Holmes, spiega in maniera appassionante come funziona il nostro cervello. È su Audible, ma se non sei abbonat* hai comunque 30 giorni di prova gratuita!
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Tre passi per non perdere mai un'idea
Come metodo per prendere appunti ho trovato la mia quadra con le note vocali.
Basta anche solo un gruppo telegram con sé stessi, e l'abitudine di taggare in un qualche modo la nota registrata.
In questo caso, però, almeno per me diventa fondamentale riascoltare nell'arco di una settimana massimo.
Usando la voce puoi trasmettere e trasmetterti moltissime informazioni in pochissimo tempo, ed è molto facile raccontarsi ed annotare il contesto in cui un'idea ci è venuta, e anche alcune applicazioni pratiche.
Il rovescio della medaglia, appunto, è che occorre organizzare molte più informazioni, e in questo secondo "appuntamento" preferisco la forma scritta.
Grazie. Consiglio la lettura del libro “Il tuo secondo cervello” di Tiago Forte