Una storia minuscola può bastare
[Onde #217] L'antidoto alle narrazioni iper perfette da portarci nel kit per le vacanze
Ci sono storie che sembrano piccole. Un dettaglio di una giornata, un ricordo d’infanzia, una scena vista al bar. Sono storie che, a leggerle o raccontarle, ci sembrano quasi niente. Eppure restano. Ci toccano. A volte ci emozionano molto più di quelle epiche o spettacolari.
Perché?
Perché, anche quando non parlano di noi, ci parlano di noi.
Ci troviamo dentro a qualcosa: un gesto, una paura, una scelta, un silenzio. Non è la storia in sé a colpirci, ma è la verità che riconosciamo in quella storia.
E allora la comunicazione – quella che funziona davvero – non è una gara a chi ha vissuto le cose più straordinarie. È, piuttosto, un esercizio di attenzione.

A volte basta osservare bene ciò che accade nella normalità, per trovare qualcosa che vale la pena dire. Perché se lo hai sentito tu, forse lo hanno sentito in tanti.
Solo che nessuno lo aveva ancora detto.
La forza di una buona storia non è nel volume, ma nell’eco che risveglia. E quell’eco nasce solo se ci metti qualcosa di autentico. Anche se è minuscolo. Anche se ti sembra troppo semplice per essere raccontato.
La riflessione di quest’ultima puntata in formato classico di Onde prima del break estivo (a luglio ti arriverà ogni due settimane e in versione light, ad agosto mi prendo una pausa) vuole essere un antidoto alle narrazioni iper perfette che ci assillano ogni estate - e non solo -, appena apriamo i social. A quel tipo di storytelling che ci fa sentire sempre “meno”, rispetto alle vite patinate (ma solo in apparenza) degli altri.
Per lavoro o semplicemente per noi stessi, ripartiamo dal potere delle storie quotidiane, quelle che non fanno rumore ma ci fanno sentire meno soli.
E dalla possibilità che hai – ogni volta che comunichi – di accendere qualcosa in chi legge, proprio perché hai avuto il coraggio di partire da te.
✍🏻 Corrente di parole
[Giocare con la struttura]
C'è un momento, quando scrivi, in cui ti accorgi che stai seguendo sempre lo stesso schema. Introduzione, sviluppo dell'argomento, conclusione. Come un abito che indossi sempre perché ti sta comodo, ma che alla fine ti annoia.
Ma cosa succederebbe se iniziassi dalla fine? Se spezzassi il testo in frammenti? Se lasciassi che il lettore mettesse insieme i pezzi da solo?
La struttura di un testo non è solo una questione pratica: è parte del messaggio stesso. Un racconto lineare comunica controllo, stabilità. Un testo frammentato può trasmettere confusione, urgenza, o al contrario un effetto liberatorio. Una struttura circolare, che torna al punto di partenza, suggerisce completezza, riflessione.
Pensa a come cambia l'effetto di una storia se inizi con la fine: "Perché ho lasciato il lavoro? Perché ho venduto casa? Perché ho deciso di trasferirmi all'estero? Tre domande, una sola risposta: quella telefonata di marzo." Improvvisamente il lettore sa che qualcosa accadrà, ma non sa cosa.
O considera l'effetto di spezzare un testo in micro-sezioni, ognuna con il suo respiro. Non più un fiume che scorre, ma una serie di onde che si susseguono, ognuna con la sua intensità.
Il trucco pratico
Prima di iniziare a scrivere, prova a disegnare la struttura del tuo testo. Non le parole, ma il movimento. Vuoi che il lettore scenda gradualmente in profondità? Che si muova a zig-zag tra argomenti diversi? Che venga colpito da ondate successive di informazioni?
Ecco alcuni esperimenti che puoi provare:
Inizia con una domanda e rispondi solo alla fine
Usa sezioni brevissime separate da spazi bianchi
Racconta la stessa storia da tre punti di vista diversi
Alterna paragrafi lunghi e frasi isolate per creare ritmo
Esercizio della settimana
Prendi un testo che hai già scritto con una struttura tradizionale.
Riscrivilo iniziando dalla conclusione, o spezzandolo in micro-paragrafi, o alternando tempi verbali diversi.
Non preoccuparti se il risultato sembra strano, perché l'obiettivo è esplorare nuove possibilità.
La struttura è come l'architettura: può essere funzionale o può essere arte. Perché non provare entrambe?
Hai un’idea o un progetto da sviluppare, ma non sai da dove iniziare?
Hai perso la rotta e i tuoi flussi hanno bisogno di una aggiustatina?
Ti aiuto io.
👉🏻 Prenota una call e diamo nuova energia alle tue onde!
💡I link della settimana
💻 Lavorare - Componenti della visual identity: cosa serve a un brand unico. Ogni dettaglio visivo conta per farti riconoscere e ricordare. Non basta un bel logo: ti servono colori, font, pattern e… tanta coerenza!
📱 Social - Strategia video su LinkedIn: come crearne una efficace. Niente bla‑bla forzato per le vendite: i video funzionano se parli in modo autentico, condividi valore e crei connessioni vere.
🛠️ Il tool - SketchMe. Carichi qualche selfie, scegli uno stile e boom: ritratto illustrato in pochi secondi. Idea carina se non puoi rivolgerti a un illustratore.
📚 Leggere - Niente fuffa. Il nuovo libro di Veronica Gentili non è un manuale, ma il racconto autobiografico di una persona che è riuscita a costruire passo dopo passo qualcosa di autentico nel mondo online.
✍🏻 Scrivere - Come far sì che l'intelligenza artificiale scriva testi con la voce del tuo marchio. L’AI scrive come te? Non proprio, ma puoi e devi “istruirla”. Articolo utile con esempi pratici per farle capire tono e parole da usare (e da evitare).
🎧 Ascoltare - C’è modo e modo. Un podcast du Treccani che parte dai modi di dire e arriva dritto alla nostra cultura. Gli autori scompongono espressioni comuni e ci mostrano cosa raccontano davvero di noi. Leggero, colto, divertente.
C'è qualcuno che ti viene in mente leggendo la newsletter? Portalo tra queste Onde!