Il respiro da ritrovare
[Onde #163] Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai? Se ti ascolti per un momento, capirai (semicit.)
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La qualità della nostra comunicazione definisce la qualità delle nostre relazioni, sia online che offline.
È un concetto che può sembrare ovvio, soprattutto se ci ragioniamo con il giusto respiro, come piace dire a me. Ma siccome viviamo sempre di più in affanno, in perenne corsa, spesso ce ne dimentichiamo. Per questo credo che ogni tot ragionare di nuovo sulle basi, su ciò che diamo per scontato, possa essere un ottimo esercizio. Se non altro perché interrompe l’insensata - e anche un po’ isterica - corsa che ha contagiato tutti. Ma poi, si è scoperto dove stiamo correndo?
Il dato di fatto è che viviamo in una realtà iperconnessa, in cui tutto è comunicazione. Il problema è che - passami il paradosso - essendo tutto comunicazione, ci siamo totalmente immersi e finiamo per non dar più il giusto peso e valore alle nostre parole e azioni. Dovremmo invece riemergere regolarmente da questa immersione per prendere un attimo le distanze, per analizzare, per capire. Per prenderci cura della nostra comunicazione (e di conseguenza di chi la riceve).
La qualità della nostra comunicazione definisce la qualità delle nostre relazioni, sia online che offline è una frase che periodicamente dovremmo ripeterci quasi come fosse un mantra. Serve ad aver chiaro e ricordarci che il modo in cui scegliamo di interagire, le parole che selezioniamo, il tono che impieghiamo, ha un impatto diretto sul tessuto delle nostre relazioni. Serve a farci ritrovare il giusto respiro.
Come direbbe, con una piccola modifica, Edoardo Bennato:
Quanta fretta, ma dove corri? Dove vai? Se ci ti ascolti per un momento, capirai
Partiamo da un piano puramente personale. È chiaro che costruiamo relazioni solide e durature solo se scegliamo una comunicazione autentica e trasparente. Quando ci esprimiamo in modo chiaro, rispettoso e sincero, costruiamo ponti. Al contrario, quando cerchiamo scorciatoie, proviamo a “scimmiottare” le personalità altrui o rimaniamo in superficie finiamo per erodere la fiducia di chi ci sta intorno. E la fiducia, lo sai bene, è l’elemento fondamentale di ogni rapporto umano. Questo vale tanto nelle conversazioni faccia a faccia, quanto nelle interazioni online, dove non potendo vedere espressioni e linguaggio corporeo dei nostri interlocutori dobbiamo scegliere con ancora più attenzione le parole da usare.
Proprio l’online ha messo ulteriormente sotto stress la nostra capacità di comunicare. Sia come singoli individui che come brand. Tutto intorno a noi sembra urlare: devi comunicare, devi comunicare, devi comunicare! Col risultato che tanti inseguono solo modelli ritenuti di successo (a discapito della propria identità) e molti - sempre più negli ultimi mesi - cominciano a sentire il peso della pressione e dell’ansia, finendo in una sorta di paralisi. Al punto che preferiscono il silenzio e l’immobilità.
Però è importante essere consapevoli che online la qualità della comunicazione non si misura solo nell'abilità di trasmettere un messaggio, ma anche nella capacità di ascoltare, di coinvolgere in modo significativo e di costruire una comunità. E qui torniamo al punto precedente, vale lo stesso concetto delle relazioni interpersonali: i brand che riescono a parlare "umano", che adottano un approccio autentico e trasparente, creano legami più forti con il proprio pubblico. Le gare a chi urla di più o a chi posta più contenuti facciamole fare agli altri.
In questo scenario, la qualità della nostra comunicazione diventa davvero la nostra carta d'identità digitale. Che si tratti di un messaggino di testo inviato a un amico, di un'email professionale o di un commento lasciato su blog e social, la cura che mettiamo nel nostro modo di esprimerci può fare la differenza nel nutrire relazioni sane e positive. Che è qualcosa di cui c’è tanto, ma tanto, bisogno.
PS: Due settimane fa, in questa puntata della newsletter ho parlato di identità e società della performance. E siccome mi piace tener viva la riflessione sugli argomenti che condivido e darti nuovi spunti, ti segnalo un articolo molto interessante di Jonathan Bazzi, uscito questa settimana su Domani: Realizzarsi e perdersi.
Il sistema in cui siamo incita al personal branding, ognuno è una piccola ditta di carisma, opinioni o virtù. Nessuno vuole più rischiare, tutti sono terrorizzati dal dire o fare qualcosa di disturbante, dal perdere il sostegno della “community”. Ma senza rischio l’arte muore.
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L’onda giusta
Voglio condividere con te una delle analisi più interessanti che ho letto negli ultimi mesi sull’evoluzione dei social media. L'articolo uscito su Link si intitola "La grande ascesa dei falò digitali" perché racconta come l'interazione online stia evolvendo verso comunità più piccole e intime, definite appunto "falò digitali". In contrasto con il declino delle piattaforme social tradizionali, come le abbiamo conosciute finora.
Questi nuovi spazi digitali - come gruppi di messaggistica (vedi Whatsapp, Telegram), micro-community su Discord e piattaforme di social gaming come Fortnite - offrono un'esperienza più personalizzata e condivisa. Che è ciò che cercano le nuove generazioni e chi tra noi “vecchi” si è stufato delle dinamiche di Facebook e Instagram soprattutto. Discorso a parte per TikTok: più che un social è un broadcast, avendo un modello incentrato sull'intrattenimento e non sulla connessione personale.
L'articolo analizza poi le sfide che questa trasformazione presenta per i brand nel raggiungere il pubblico in modo autentico e integrato, in queste comunità digitali.
💡 I link della settimana
💻 Lavorare - Come si recuperano pagine web cancellate e salvate negli archivi. C’è speranza, non è sempre tutto perduto! Ecco alcuni consigli utili per superare il panico da pagina cancellata o da sito non più online.
📱 Social - La strategia efficace per generare lead, dall'idea all'esecuzione. Un approfondimento che sottolinea l'importanza di capire la psicologia del cliente target, creare offerte di lead generation che convertono traffico freddo e ottimizzare le pagine di destinazione.
🛠️ Il tool - Carrd. Lo strumento giusto se hai bisogno di un sito, ma non vuoi creare un sito. Nel senso che è un buon modo per avere una landing page bella esteticamente, che si realizza in un attimo ed è efficace da usare come bio, biglietto da visita con tutti i tuoi contatti e/o portfolio.
✍🏻 Scrivere - Contegnosi, pomposi o… naturali? Darsi un tono non vuol dire comunicare con sicurezza e chiarezza, anzi… Luisa Carrada invita a riflettere sull'importanza di un linguaggio diretto e genuino, anche quando si tratta di comunicazione aziendale.
📚 Leggere - L'uomo di marketing e la variante limone. L’ironia ci salverà (forse). Il libro di Walter Fontana (aggiornato nel 2023) esplora gli aspetti a volte assurdi del mondo del marketing. E riesce a essere una lettura leggera ma allo stesso tempo riflessiva sui meccanismi e le dinamiche lavorative in questo ambito.
🎧 Ascoltare - Pazienza un altro podcast. Il titolo fa pensare a un podcast che parla di podcast, scusa il gioco di parole. In realtà è una bellissima serie audio che racconta uno dei geni del fumetto italiano più grandi di sempre: Andrea Pazienza. Un’esistenza troppo breve, ma assolutamente da raccontare!
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